14 agosto
VIAGGI in MOTO
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Così andiamo a letto puntando la sveglia su 5 cellulari consci delle difficoltà che avremmo avuto per svegliarci, ma tutto fila liscio e così, dopo appena 3 ore, siamo di nuovo in sella e per strade notturne e deserte raggiungiamo Porto Torres arrivando all’imbarco giusto in tempo, qui salutiamo Luca e Vanni e dopo le raccomandazioni di rito (e non senza un pò d’invidia e commozione) auguriamo loro un Buon Viaggio e torniamo in hotel.

Il 14 agosto è un pò triste, siamo rimasti orfani, ma ciò non ci impedisce di consumare la solita iper-super colazione all’Hotel, ci portiamo addirittura le cibarie dicendo che sono per i nostri due figli (Luca e Vanni) rimasti a dormire in stanza, ci sentiamo un po' imbroglioni....comunque..... .

Si parte alla volta di Olbia lungo una superstrada in costruzione, il viaggio va liscio fino a quando il california di Salvo “incolla il freno anteriore”, spurghiamo un pò d’aria, mentre Mattia cerca la sistemazione notturna, che trova a Cala Liberotto presso Orosei, si riparte con la raccomandazione di usare il freno il meno possibile, raggiungiamo Olbia e proseguendo raggiungiamo, nei pressi di Orosei, un distributore dove decidiamo di sostituire l’olio dell'impianto frenante del California, così mentre operiamo la sostituzione, conosciamo tre persone e parlando del più e del meno ci dicono far parte del famoso gruppo dei Mamuthones, chiediamo qualche notizia relativa al gruppo e Salvo approfitta per chiedere del famigerato formaggio.
All’improvviso l’aria si fa tesa i visi si contraggono e ci ricordiamo dell’aura di illegalità che circondava il formaggio, rassicurati gli animi circa una nostra presunta appartenenza a forze di “polizia” e dichiarandoci grandi estimatori della bontà del famigerato formaggio, i tre ci indicano Oliena, un paesino fra le montagne del Nuorese, dove ci dicono avrebbero telefonato ad un loro parente che chiamano “Padrino” e che ci avrebbe fornito la “roba”, ci sentiamo quasi dei cospiratori, degli acquirenti di sostanze altamente illecite, ma la voglia di viaggiare ci spinge verso quell’avventura “pericolosa”.

Raggiungiamo Oliena a circa 70 chilometri dal distributore, ma qui non c’è nessuno ad aspettarci, cerchiamo di contattare un cellulare fornitoci dai tre mamuthones, ma nulla, decidiamo dopo una buona ora di attesa di mollare tutto e andare a Cala Liberotto nel golfo di Orosei a godere di un bel bagno serale. Riprendiamo la strada del ritorno e nel tardo pomeriggio raggiungiamo l’Hotel, il sole è ancora alto, ed io decido di mettermi in costume per raggiungere il mare che, mi dicono, è “dietro l’angolo”, esco dall’Hotel Quasar con addosso il costume e un telo da bagno e mi avvio in direzione mare, mi sento osservato, qualche ragazzino mi guarda divertito, non capisco e continuo la mia strada verso il mare, dopo circa 20 minuti di passo spedito non vedo ancora il mare, capisco di essere un “cretino in costume in pieno centro”, ma ormai è tardi per tornare indietro e così decido di continuare, raggiungo il mare dopo circa 15 minuti (che aggiunti ai 20 di prima  fanno .....”10.000” chilometri circa) la spiaggia è dorata, poche persone si attardano sulla battigia, l’atmosfera è quella di una serata calma, calda e serena, mi godo gli ultimi raggi di sole, sono solo e quasi quasi mi addormento sulla spiaggia pensando alla pace surreale di un 14 agosto che paragono alla immane confusione degli altri 14 agosto passati altrove. Non mi va di tornare in Hotel, l'atmosfera è idilliaca, ......anche perché penso a tutta la strada che ho da fare e all’ilarità delle pesone che incontrerò.

Tornato in hotel Salvo e Mattia sono già pronti per la cena, mi congedo per rassettarmi dopodiché, unitomi a loro racconto la mia disavventura, e fra l’allegria e le battute di rito ci accingiamo a cenare davanti a degli ottimi spaghetti alla marinara. Segue passeggiata in centro, gelato e visita a qualche negozio per l’acquisto di qualche souvenir da portare a ricordo di un viaggio “capolavoro”.

La mattina seguente in occasione della colazione, Salvo, imperterrito, ritira fuori l’argomento formaggio con il gestore dell’Hotel, un donnone di origini, sicuramente, Rumene già “abbondantemente sardizzata” questa ridendo sonoramente ci confida che da quelle parti nessuno “vende” quell’articolo, ma tutti lo mangiano tranquillamente, e ci indica un signore che lo produce, in una piccola fattoria a qualche chilometro di distanza, lo contattiamo e ci mettiamo d'accordo per incontrarci l'indomani prima della partenza per Cagliari.
 
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